Semestre bianco: ma dura veramente sei mesi?
Si avvia alla fine il mandato presidenziale di Mattarella
Si avvia dunque, verso la parte conclusiva del proprio mandato settennale, il nostro presidente Mattarella. E’ proprio dal 3 di agosto che perderà una delle sue prerogative; infatti non potrà più utilizzare, uno dei suoi poteri più grandi, ossia quello di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni politiche.
Tale limitazione prevista dal dettato costituzionale infatti, inibisce al capo dello stato uscente, di sciogliere le camere; ovviamente a meno che queste, non siano già entrate negli ultimi 6 mesi della legislatura.
Lo stesso presidente Mattarella, citando Antonio Segni, ha sottolineato che se l’obiettivo del semestre bianco era quello di evitare che il capo dello stato possa sciogliere le camere per agevolare una sua riconferma, l’introduzione della non rieleggibilità potrebbe rappresentare una soluzione più efficace.
Dunque mentre nelle fasi ordinarie, il presidente della repubblica può sciogliere le camere, anche prima della loro fine naturale, durante il semestre bianco non può farlo.
Vediamo i probabili effetti del semestre sulla stabilità del governo
In assenza della possibile minaccia di Mattarella, di mandare “tutti a casa”, i partiti, dovendo affrontare i primi di ottobre le elezioni comunali, si metteranno a chiedere “di tutto di più”; partirà la grande propaganda, anche attraverso la formazione o il disfacimento di maggioranze, allo scopo di far acquistare forza al proprio partito.
Una abitudine dei partiti che nel passato ha fatto traballare e poi cadere diversi governi, con la tranquillità che il presidente della Repubblica, avrebbe dato un nuovo incarico. Giuseppe Conte ne sa qualcosa con le sue maggioranze sofferte; mentre il successore Mario Draghi “premier di garanzia” fuori dalla logica dei partiti italiani, è legato a Bruxelles (almeno co i suoi uomini) fino al 2026 con il Recovery plan.
Ma il gioco dei veti classico dei partiti, non ha l’obbiettivo di far cadere Draghi
Assisteremo nei prossimi mesi a un continuo utilizzo di veti dei partiti, più o meno come avvenuto per il nuovo processo penale, che sostituisce la riforma della prescrizione targata Bonafede. Così come si era già visto, cadere i veti di fronte al cronoprogramma delle riforme, mandato a Bruxelles.
Anche perché i poteri del Presidente non sono certamente esauriti. Mattarella infatti pochi giorni fa, con una nota a redarguito Governo e Parlamento; infatti continuano a infilare nei decreti, norme estranee e non urgenti. Infatti il Presidente può sempre intervenire pubblicamente, per fermare una legge o anche rimandarla alle Camere, rifiutandosi di firmarla.
Ma l’arma più incisiva che resta nelle sue mani, è la minaccia di sue dimissioni anticipate, un deterrente quasi pari alla minaccia di sciogliere le Camere.
Ma quando sarà effettivamente sostituito?
Sebbene il presidente della repubblica, di norma resta in carica (salvo dimissioni) 7 anni, difficilmente i Presidenti restano al loro posto fino all’ultimo giorno di mandato. Ciò avviene perché la scelta del successore a camere riunite, inizia prima della scadenza naturale del mandato.
Quanto sopra determina quasi sempre un semestre bianco, con una durata inferiore ai 180 giorni. In media il semestre bianco è durato meno di 167 giorni. Nel passato, il semestre bianco più lungo, è stato quello di Giuseppe Saragat, pari a 183 giorni; mentre il più breve quello di Francesco Cossiga con 116 giorni.
Due i presidenti della repubblica che si sono dimessi negli ultimi 6 mesi di mandato: Giovanni Leone (nel 1978) e Francesco Cossiga (nel 1992).