Lo scontro fra Governo e Consiglio di Stato continua
Il Consiglio di stato ha respinto l’appello del governo contro le istanze di richieste cautelari in due ricorsi di comitati della rete nazionale Scuola in presenza. “Il giudice – rendono noto i comitati aderenti alla rete, autori del primo ricorso al Tar – ribadisce l’obbligo per il Governo di riesaminare le norme che regolano la chiusura delle scuole, anche in zona rossa, motivandole con dati certi”. La motivazione? “I documenti scientifici presentati dalla presidenza del Consiglio non supportano la tesi che le scuole siano grave fonte di contagio”, spiega Scuola in presenza. “Il governo non ha saputo motivare in maniera razionale la priorità assegnata alla precauzione sanitaria a fronte della grave compressione del diritto all’istruzione.
La scuola è vittima dei decreti di chiusura o un pericolo per la diffusione del virus non percepito?
Le tesi, come spesso accade, sono contrapposte, con le prove raccolte finora si può dire che, sì la scuola è sicura o sostenere l’esatto contrario. Il problema nella realtà è complesso e genera un dibattito che non porta da nessuna parte. Anzi ha finito per generare un grave conflitto, tra potere politico e magistratura, che finisce per alimentare un ulteriore conflitto infruttuoso e purtroppo anche dannoso.
Perché il Consiglio di stato respinge gli appelli