Covid-19: i nuovi farmaci e non solo
Tra i nuovi farmaci: la terapia anticorpale REGEN-COV
Regeneron Pharmaceuticals Inc (REGN.O) ha dichiarato lunedì che una singola dose del suo cocktail di anticorpi ha ridotto il rischio di contrarre COVID-19 dell’81,6%; lo si afferma in uno studio in fase avanzata, nei due-otto mesi successivi la somministrazione del farmaco.
Le azioni della società sono aumentate di circa l’1,2% con l’aggiornamento poiché si prevede che i dati supporteranno la revisione normativa in corso per estendere l’uso della terapia nella prevenzione del COVID-19 nelle persone che non sono esposte al virus.
L’autorizzazione estesa potrebbe aiutare a incrementare le vendite del cocktail di anticorpi di Regeneron, di fronte alla concorrenza delle pillole orali COVID-19 come quelle sviluppate da Pfizer Inc (PFE.N) e Merck & Co (MRK.N) .
Regeneron ha il potenziale per fornire un’immunità duratura dall’infezione da COVID-19
I dati hanno mostrato che il farmaco di # ha il potenziale per fornire un’immunità duratura dall’infezione da COVID-19, ha affermato Myron Cohen, che guida gli sforzi degli anticorpi monoclonali per la rete di prevenzione COVID sponsorizzata dal National Institutes of Health degli Stati Uniti, rendendolo particolarmente utile per le persone immunocompromesse e coloro che non rispondono ai vaccini.
“Con le infezioni che continuano a verificarsi nonostante la vaccinazione diffusa, gli immunocompromessi affrontano il rischio continuo di incontrare il virus durante la loro vita quotidiana”, ha affermato George Yancopoulos, Chief Scientific Officer di Regeneron.
L’Ema sta per approvare due farmaci a base di anticorpi monoclonali
Attualmente, sia Regen-Cov che Regkirona sono in uso per curare pazienti affetti da Covid-19 che rischiano di sviluppare una sintomatologia grave. Nel primo trimestre di quest’anno, l’Ema ha emesso raccomandazioni per le autorità nazionali su come usare entrambi i farmaci prima della loro completa approvazione, il primo passo verso il loro uso in diversi Paesi europei. (Milanofinanza 9/11/21)
Il trattamento a base di anticorpi monoclonali Regen-COV riduce il rischio di sviluppare Covid sintomatico di oltre l’80%, per un periodo di tempo fino a 8 mesi in persone esposte al Sars-Cov-2.
A rendere noti i risultati di uno studio di fase 3, secondo quanto riporta l’agenzia AFP, è Regeneron, l’azienda biotecnologica statunitense che ha sviluppato il farmaco attualmente autorizzato in Europa e negli Usa come profilassi post-esposizione in soggetti che non necessitano di ossigenoterapia e che sono ad alto rischio di progredire verso la forma severa della malattia.
Le novità degli ultimi giorni:
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La pillola antivirale di Pfizer: Il Paxlovid contrasta un enzima di cui il coronavirus ha bisogno per replicarsi, rallentando l’attività di SARS-CoV-2-3CL proteasi (5 nov)
- monoclonali: Interrotta la rolling review degli anticorpi bamlanivimab ed etesevimab dopo il ritiro di Eli Lilly. Leggi il comunicato stampa di AIFA (2 nov)
- Anticorpi monoclonali: Sotrovimab per il trattamento precoce di Covid-19. L’incidenza di ospedalizzazione per qualsiasi causa è stata inferiore tra i pazienti che hanno ricevuto Sotrovimab (1% contro 7%) (27 ott)
- Molnupiravir: EMA avvia la rolling review dell’antivirale orale molnupiravir (noto anche come MK 4482 o Lagevrio), sviluppato da Merck Sharp & Dohme (25 ott)
Dunque i farmaci ci sono quel che manca sono le approvazioni delle agenzie soprattutto europee
Alcune domande sorgono spontanee:
- perchè la sperimentazione e la successiva approvazione, non ha seguito lo stesso iter di alcuni vaccini?
- perché gli stati hanno finanziato i vaccini e non i farmaci?
- perché le agenzie di controllo nazionali e sovrannazionali non hanno controllato velocemente e approvato in urgenza anche i farmaci?
Altri farmaci (in ordine cronologico) che si sono resi a mano a mano disponibili.
Gli articoli rappresentano una selezione, non certo completa, con prove di efficacia e sicurezza sul tema.
• UE, le 10 cure anti COVID-19 più promettenti (22 ott):
• Ivermectina, effetti tossici (Nejm, 20 ott)
• Colchicina, la revisione Cochrane (18 ott)
• monoclonali: EMA, rolling review di Evusheld (tixagevimab / cilgavimab) (14 ott)
• Anticorpi monoclonali: EMA, richiesta AIC per Ronapreve (casirivimab / imdevimab) (11 ott)
• AZD7442 mix anticorpi a lunga durata d’azione: AstraZeneca chiede autorizzazione a FDA (8 ott)
• Anticorpi monoclonali: EMA valuterà benefici e rischi di Regkirona (regdanvimab) (4 ott)
• Tocilizumab: revisione e meta-analisi (3 ott)
• Molnupiravir, nuovo farmaco contro Covid-19 (1 ott)
• monoclonali: studio su casirivimab e imdevimab somministrati in ambulatorio (29 set)
Monitoraggio anticorpi monoclonali per Covid-19: Report Aifa settimanali
CITTADINI NEL CUORE
Gli approfondimenti in allegato:
I farmaci per il trattamento di Covid-19 nel mondo
Uso dei farmaci in Italia durante la pandemia:
ABX464 : molecola con effetto antivirale e di riduzione dell’infiammazione
ABX464 è una piccola molecola i cui dati in vitro indicano un possibile duplice effetto antivirale e di riduzione della risposta infiammatoria aberrante.
Acalabrutinib in aggiunta alla migliore terapia di supporto
Adalimumab al test il farmaco anti-TNF per la cura del virus
Un nuovo trial avviato presso l’Università di Oxford valuterà se il farmaco adalimumab (anti-fattore di necrosi tumorale – TNF) sia efficace nel trattamento dei pazienti Covid-19 che vivono in struttura, comprese le case di cura. Lo studio AVID-CC arruolerà fino a 750 pazienti adulti provenienti da contesti assistenziali di comunità in tutto il Regno Unito, che verranno assegnati in modo casuale a ricevere adalimumab più lo standard di cura, o solo lo standard di cura, come determinato dal medico del paziente.
Anakinra 28 settembre. AIFA rende disponibili i medicinali anakinra, baricitinib e sarilumab per il trattamento del COVID-19
Il CdA di AIFA ha approvato l’inserimento dei tre farmaci anakinra, baricitinib e sarilumab nell’elenco della L.648/96, che consente la copertura a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
I tre farmaci, pur avendo proprie specificità, si aggiungono al tocilizumab nel trattamento di soggetti ospedalizzati con COVID-19 con polmonite ingravescente sottoposti a vari livelli di supporto con ossigenoterapia.
Sotrovimab per il trattamento precoce di Covid-19 27 ottobre. NEJM. Early Treatment for Covid-19 with SARS-CoV-2 Neutralizing Antibody Sotrovimab
#NOVITÁ In questo studio in corso, randomizzato, di fase 3, Sotrovimab (un anticorpo monoclonale mirato al virus SARS-CoV-2) o placebo sono stati somministrati a pazienti ambulatoriali entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi di Covid-19. L’incidenza di ospedalizzazione per qualsiasi causa è stata inferiore tra i pazienti che hanno ricevuto Sotrovimab (1% contro 7%).
Baricitinib e tofacitinib: inibitori della Janus chinasi 28 settembre. AIFA rende disponibili i medicinali anakinra, baricitinib e sarilumab per il trattamento del COVID-19 #NOVITÁ Il CdA di AIFA ha approvato l’inserimento dei tre farmaci anakinra, baricitinib e sarilumab nell’elenco della L.648/96, che consente la copertura a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
I tre farmaci, pur avendo proprie specificità, si aggiungono al tocilizumab nel trattamento di soggetti ospedalizzati con COVID-19 con polmonite ingravescente sottoposti a vari livelli di supporto con ossigenoterapia.
Clorichina e idrossiclorichina
Cochrane. 12 febbario. Chloroquine or hydroxychloroquine for prevention and treatment of COVID‐19
La clorochina o l’idrossiclorochina sono utili nel trattamento di persone con COVID ‐ 19 o nella prevenzione dell’infezione in persone che sono state esposte al virus?
Messaggi chiave
- L’idrossiclorochina non riduce i decessi per COVID-19 e probabilmente non riduce il numero di persone che necessitano di ventilazione meccanica
- L’idrossiclorochina ha causato più effetti indesiderati rispetto a un trattamento con placebo, sebbene non sembra aumentare il rischio di effetti indesiderati gravi e dannosi
Colchicina nel trattamento di Covid-19 18 ottobre. Cochrane. Colchicine for the treatment of COVID-19
#NOVITÁ Messaggi chiave della revisione Cochrane:- nelle persone ospedalizzate con COVID-19 da moderato a grave, la colchicina probabilmente ha pochi nessun beneficio; non si è sicuri dei suoi effetti collaterali
- nelle persone non ospedalizzate senza sintomi o COVID-19 lieve, non siamo sicuri se la colchicina prevenga le morti o gli effetti collaterali, tuttavia probabilmente riduce leggermente la necessità di ricovero o morte e gli effetti collaterali gravi
- gli studi futuri dovrebbero valutare la qualità della vita nelle persone senza sintomi o COVID-19 lieve e gli effetti collaterali non gravi e confrontare la colchicina con altri medicinali per COVID-19, come i corticosteroidi.
Corticosteroidi nei casi di Covid-19
La review si basa su 42 studi in corso e 16 completati che non hanno pubblicato i loro risultati e sarà aggiornata appena ci saranno nuove prove.
• I corticosteroidi somministrati per via orale o per iniezione (sistemica) sono probabilmente trattamenti efficaci per le persone ricoverate in ospedale con COVID-19. Non è ancora noto se causino effetti indesiderati.
• Non si sa ancora quale corticosteroide sistemico sia il più efficace e non sono state trovate evidenze in persone senza sintomi o con COVID-19 lieve che non siano state ricoverate in ospedale.
Darunavir/cobicistat nella terapia dei pazienti con COVID-19
Desametasone 29 ottobre. The Lancet Respiratory Medicine. Dexamethasone in hospitalised patients with COVID-19: addressing uncertainties
Eparine a basso peso molecolare per il trattamento di Covid-19
24 settembre. Front Pharmacol. A Systematic Review and a Meta-Analysis Comparing Prophylactic and Therapeutic Low Molecular Weight Heparins for Mortality Reduction in 32,688 COVID-19 Patients
#NOVITÁ Il trattamento antitrombotico, tra cui l’eparina a basso peso molecolare (LMWH) o l’eparina non frazionata (UFH), è stato proposto come potenziale terapia per la malattia da coronavirus 2019 per ridurre l’attivazione diffusa della coagulazione intravascolare. L’eparina sia a dose piena, che a dose profilattica, è efficace nel ridurre la mortalità nei pazienti ospedalizzati con COVID-19, rispetto a nessun trattamento. Tuttavia, la dose piena è stata associata a un aumento del rischio di sanguinamento.
Favipiravir
Per approfondire:
- Manabe T, Kambayashi D, Akatsu H, Kudo K. Favipiravir for the treatment of patients with COVID-19: a systematic review and meta-analysis. BMC Infect Dis. 2021 May 27;21(1):489.
- Hassanipour S, Arab-Zozani M, Amani B, Heidarzad F, Fathalipour M, Martinez-de-Hoyo R. The efficacy and safety of Favipiravir in treatment of COVID-19: a systematic review and meta-analysis of clinical trials. Sci Rep. 2021 May 26;11(1):11022.
Interferone-β-1a nel trattamento di Covid-19
Curare nel proprio domicilio i pazienti Covid-19 over 65 che presentano sintomi lievi con l’Interferone beta, è l’obiettivo dello studio sperimentale, approvato dall’AIFA e pronto ad arruolare pazienti sul territorio romano. Leggi il comunicato stampa di ISS
Ivermectina nei pazienti con infezione da SARS-CoV2
Ivermectina, effetti tossici
20 ottobre. NEJM. Toxic Effects from Ivermectin Use Associated with Prevention and Treatment of Covid-19
#NOVITÁ L'Oregon Poison Center ha ricevuto chiamate a un tasso di 0,25 al mese in tutto il 2020, fino alle 21 nel solo agosto 2021, sugli effetti tossici dell'ivermectina nelle persone che hanno usato il farmaco per la prevenzione o il trattamento di Covid-19. I sintomi includevano disturbi gastrointestinali, confusione, atassia e convulsioni e 6 delle 21 persone sono state ricoverate in ospedale.
Lopinavir/Ritonavir Efficacia e sicurezza: una meta-analisi e revisione sistematica
21 maggio. J Pharm Pharm Sci. Lopinavir/Ritonavir for COVID-19: a Systematic Review and Meta-Analysis
L’obiettivo della revisione è fornire le ultime evidenze sull’efficacia e la sicurezza di lopinavir/ritonavir per COVID-19 rispetto ad altre opzioni di trattamento. Sono stati inclusi 14 studi. Non è stata osservata alcuna differenza significativa fra trattamento con lopinavir/ritonavir e con farmaci non antivirali in termini di tasso negativo di PCR al giorno 7 (rapporto di rischio [RR]: 0,83; IC 95%: da 0,63 a 1,09; P=0,17 ) e al giorno 14 (RR: 0,93; IC 95%: da 0,81 a 1,05; P=0,25), tempo di conversione a negativo della PCR (differenza media [MD]: 1,09; IC 95%: da -0,10 a 2,29; P=0,07), esiti secondari ed eventi avversi (P>0,05).
Molecole 11a e 11b
Il 22 aprile, la rivista Science ha pubblicato un interessante lavoro condotto dal gruppo di ricerca coordinato dal Prof. Wenhao Dai, dell'Accademia Cinese delle Scienze, che ha sviluppato 2 molecole in grado di bloccare l’enzima proteasi che consente la replicazione del coronavirus SARS-CoV-2: le molecole 11a e 11b.Per verificare l’attività inibitoria dell’enzima, il gruppo di ricerca ha valutato la capacità di questi composti di inibire la SARS-CoV-2 in vitro nelle colture cellulari. Entrambe le molecole hanno mostrato una buona attività anti-SARS-CoV-2 nella coltura cellulare. Inoltre, nessuno dei due composti ha causato una significativa citotossicità.
Per monitorare l’attività antivirale di 11a e 11b sono state impiegate sia la metodica dell’immunofluorescenza che la PCR (Polymerase Chain Reaction) quantitativa in tempo reale. I risultati dello studio hanno dimostrato che 11a e 11b avevano un buon effetto antivirale su SARS-CoV-2.
Uno studio di tossicità in vivo, condotto su animali, non ha dimostrato evidente tossicità suggerendo che la molecola 11a può rappresentare un buon candidato per studi clinici effettuati sull’uomo.
Molnupiravir: EMA avvia la rolling review
25 ottobre. #NOVITÁ Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA ha avviato la rolling review dell’antivirale orale molnupiravir (noto anche come MK 4482 o Lagevrio), sviluppato da Merck Sharp & Dohme in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics per il trattamento di COVID-19 negli adulti. Leggi il comunicato stampa di AIFA
Molnupiravir, nuovo farmaco contro Covid-19
1 ottobre.All’analisi intermedia dello studio di fase 3, Molnupiravir ha ridotto il rischio di ospedalizzazione o morte di circa il 50% rispetto al placebo per i pazienti con COVID-19 da lieve a moderato. Il 7,3% dei pazienti che hanno ricevuto il farmaco è stato ricoverato in ospedale fino al giorno 29, rispetto al 14,1% dei pazienti trattati con placebo, che sono stati ricoverati o sono deceduti.
La Merck prevede di richiedere l’autorizzazione all’uso di emergenza negli Stati Uniti il prima possibile e di presentare domanda alle agenzie di regolamentazione in tutto il mondo.
Se autorizzato, Molnupiravir potrebbe essere il primo farmaco antivirale orale per COVID-19. Leggi il comunicato stampa della farmaceutica Merck
Plasma iperimmune Efficacia e sicurezza delle terapie anticorpali e degli emoderivati per il trattamento di covid-19
#NOVITÁ Nei pazienti con Covid-19 non grave, gli anticorpi monoclonali casirivimab-imdevimab probabilmente riducono il rischio di ricovero; bamlanivimab, bamlanivimab-etesevimab e sotrovimab possono ridurre il ricovero. I bassi tassi di eventi avversi che portano all’interruzione, al danno polmonare acuto correlato alla trasfusione (TRALI) e al sovraccarico circolatorio associato alla trasfusione (TACO) rendono difficile trarre conclusioni sulla sicurezza degli anticorpi monoclonali antivirali e del plasma convalescente. Sono necessari ulteriori dati di alta qualità per valutare l’efficacia e la sicurezza degli anticorpi monoclonali antivirali e degli emoderivati per il trattamento di Covid-19.
Conclusioni:
- Casirivimab-imdevimab probabilmente riducono l’ospedalizzazione nei pazienti con Covid-19 non grave
- Casirivimab-imdevimab possono ridurre la mortalità nei pazienti con malattia grave o critica che non hanno anticorpi rilevabili
- Bamlanivimab, bamlanivimab-etesevimab e sotrovimab possono ridurre l’ospedalizzazione
- Il plasma convalescente e le immunoglobuline per via endovenosa potrebbero non conferire alcun beneficio significativo.
Raloxifene al via la sperimentazione
Si tratta di un farmaco appartenente al gruppo dei “modulatori selettivi dei recettori per gli estrogeni” (SERMs, selective estrogen-receptor modulators). Nello specifico, il Raloxifene è un benzotiofene non steroideo che si lega ai recettori per gli estrogeni producendo un insieme di effetti agonisti e antagonisti che sono specifici per ogni singolo tessuto sensibile agli estrogeni. Farmaco già registrato e in commercio, è indicato nel trattamento e la prevenzione dell’osteoporosi nelle donne in post-menopausa.
Il 18 giugno 2020 l’Exscalate4CoV, il consorzio pubblico-privato sostenuto dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’UE, ha richiesto l’accesso a studi clinici per l’uso di Raloxifene in pazienti Covid 19. Il Raloxifene, già efficace contro Mers e Sars nei test precilinici, è stato indicato come efficace nel contrastare la replicazione di Sars-Cov2 dalla ricerca “in-silico” condotta dal consorzio per testare molecole promettenti attraverso l’utilizzo di una piattaforma di calcolo ad alte prestazioni che effettua uno screening virtuale su molecole in fase clinica o già sul mercato.
Lo studio clinico, finalizzato alla valutazione dell’efficacia e della sicurezza nella riduzione della replicazione del virus SARS-CoV-2, sarà svolto presso l’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”, con il coinvolgimento anche dell’Istituto clinico Humanitas di Milano, e coinvolgerà 450 pazienti suddivisi in modo randomizzato.
Remdesivir
• Per gli adulti ricoverati in ospedale, remdesivir ha probabilmente scarso o nessun effetto sui decessi per qualsiasi causa fino a 28 giorni dopo il trattamento rispetto al placebo o alle cure standard
• Non si è sicuri se remdesivir migliori o peggiori le condizioni dei pazienti, in base al fatto che essi abbiano bisogno di più o meno supporto per la respirazione
Conclusioni. La fiducia nelle evidenze è limitata perché gli studi hanno utilizzato metodi diversi per misurare e registrare i loro risultati e non sono stati trovati molti studi per alcuni dei risultati di interesse.
Ruxolitinib i risultati dello studio svolto presso l’ospedale Careggi, Firenze
Il 2 aprile 2020 è stato approvato, dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e dall’Istituto Spallanzani, un protocollo di trattamento per l’uso compassionevole di ruxolitinib in pazienti con infezione da SARS-CoV-2, per un massimo di 28 giorni. I pazienti eleggibili allo studio erano:
- positivi al test di reazione a catena della polimerasi (PCR) su tampone nasofaringeo o su un campione del tratto respiratorio inferiore
- con gravi manifestazioni da COVID-19 (definite dalla presenza di infiltrati polmonari all’imaging più una saturazione di ossigeno ≤93% nell’aria ambiente e/o un rapporto pressione parziale di ossigeno arterioso (PaO2)/frazione di ossigeno inspirato (FiO2)≤300 mmHg).
Tocilizumab per il trattamento dei pazienti ricoverati con Covid-19: revisione e meta-analisi
3 ottobre. Respirology. Tocilizumab administration for the treatment of hospitalized patients with COVID-19: A systematic review and meta-analysis
#NOVITÁ Sono stati inclusi 52 studi (9 studi randomizzati controllati [RCT] e 43 osservazionali) per un totale di 27.004 pazienti. Sia negli RCT che negli studi osservazionali, l’uso di tocilizumab è stato associato a una riduzione della mortalità; 11% negli RCT (rapporto di rischio RR 0,89, 95% CI 0,82-0,96) e 31% negli studi osservazionali (RR 0,69, 95% CI 0,58-0,83). La necessità di ventilazione meccanica è stata ridotta del 19% negli RCT (RR 0,81, 95% CI da 0,71 a 0,93), mentre non è stata osservata alcuna riduzione significativa negli studi osservazionali. Sia gli RCT che gli studi osservazionali hanno mostrato il beneficio del tocilizumab sull’endpoint composito di mortalità o ventilazione meccanica. Tocilizumab ha migliorato la mortalità sia nei pazienti in terapia intensiva che non. La riduzione della mortalità era evidente negli studi osservazionali indipendentemente dall’uso di corticosteroidi sistemici, mentre non era così negli RCT. Conclusioni: Tocilizumab è stato associato a una più bassa mortalità e ad altri esiti clinicamente rilevanti nei pazienti ospedalizzati con COVID-19 da moderato a critico.