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Pnrr inflazione e fondo per l’avvio di opere indifferibili

 

Il governo prima, della revisione del piano,  aveva istituito un nuovo fondo (Foi) per evitare che i progetti finanziati risentissero dell’inflazione. Come si redistribuiranno queste risorse a seguito della modifica del Pnrr?

Ci sono progetti finanziati dal piano nazionale di ripresa e resilienza, che dovranno tassativamente concludersi entro il 2026. Una scadenza che non è cambiata nemmeno a seguito dell’approvazione della proposta di modifica del piano presentata dal governo Meloni.

La ripresa delle normali attività post-Covid, ha avuto come conseguenza un eccezionale aumento del livello dei prezzi. Una dinamica esacerbata dai conflitti in corso. In particolare la guerra in Ucraina che ha spinto i paesi europei a rinunciare a poco a poco alle risorse energetiche russe. Tale dinamica ha impattato sulla vita di ciascuno di noi, con visibili aumenti dei prezzi. Ma ha anche messo seriamente in dubbio la capacità di realizzare diversi progetti finanziati dal Pnrr.

Per cercare di arginare l’impatto dell’inflazione sulle procedure di affidamento dei contratti pubblici, già a partire dal 2021, sono state messe in campo diverse soluzioni . Tra queste la previsione di meccanismi compensativi, l’aggiornamento dei prezzari e l’obbligo di inserimento nei nuovi bandi di una clausola di revisione prezzi. Infine l’integrazione delle risorse inizialmente assegnate, da realizzare per mezzo di un nuovo fondo istituito ad hoc. Il fondo per l’avvio delle opere indifferibili.

Una relazione della corte dei conti sullo stato di attuazione del Pnrr aggiornata a ottobre 2023 ha analizzato l’impatto di queste risorse, pari a oltre 8 miliardi di euro, sui vari interventi finanziati dal piano. Tra le aree maggiormente interessate ci sono le infrastrutture ferroviarie, quelle sociali e quelle idriche.

La corte però non poteva tenere conto della modifica del piano intervenuta alla fine di novembre e che, tra le altre cose, ha de finanziato alcune misure. Per questo sarà importante mantenere alta l’attenzione su tali aspetti, per capire se le risorse cambieranno destinazione e, nel caso, come saranno reinvestite.

Fino ad ora il Foi è stato finanziato per un totale di 17,8 miliardi di euro, programmati fino al 2027. Di queste risorse però, in base alle informazioni pubblicate dalla ragioneria generale dello stato, ne risulta assegnato solo il 59% circa (10,4 miliardi di euro). All’interno di questa cifra, sono 8,1 miliardi i fondi assegnati a interventi inseriti nel Pnrr.

Le assegnazioni del Foi interessano 11 delle 16 componenti del piano. La maggior parte riguarda l’avvio o il completamento di lavori pubblici (opere e impiantistica). Oltre la metà delle risorse complessive (4,4 miliardi di euro) è destinata a interventi rientranti nella componente M3C1 – investimenti sulla rete ferroviaria. L’82% di queste risorse è dedicata alle linee ferroviarie, il resto invece si distribuisce tra stazioni e terminali e altre infrastrutture. La singola misura che assorbe più risorse Foi (il 44% circa) è quella per l’alta velocità nel meridione

Ma a che punto di avanzamento sono, i progetti e il loro finanziamento e soprattutto l’inizio lavori e l’attuazione e il completamento?

  Ad inizio novembre 2023, la corte dei conti ha inviato al parlamento la propria relazione semestrale, riguardante lo stato di avanzamento del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nella prima parte del documento la corte ha sottolineato l’importanza di una conclusione in tempi rapidi del processo di revisione del piano attualmente in corso. 

In particolare questi i punti in evidenza, che potrebbero far ritardare troppo la realizzazione delle opere:

I decreti attuativi sono fondamentali anche per la realizzazione del Pnrr. Attualmente ne mancano 54 su 221 richiesti.

  • La norma con più attuazioni mancanti è il decreto Pnrr ter (18). Seguono il Pnrr bis (8) e il decreto aiuti ter (7).
  • I soggetti responsabili del maggior numero di attuazioni mancanti sono il ministero dell’istruzione e la presidenza del consiglio.

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  • La mancata pubblicazione dei decreti attuativi legati al Pnrr blocca l’erogazione di circa 1,2 miliardi di euro complessivi.

Fonte utile per approfondire: 

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