Covid: fine dello stato di emergenza
Draghi annuncia la fine dello stato di emergenza
Nessuna proroga dello stato di emergenza dopo il 31 marzo, stop alle quarantene da contatto a scuola e fine dell’obbligo di mascherina all’aperto in ogni caso. Addio anche alle Ffp2 in classe. Quindi si restringerà “gradualmente” il campo di utilizzo del Green pass rafforzato all’aperto, ad iniziare da spettacoli e sport. E l’obiettivo finale è chiaro: “Riaprire tutto, al più presto”.
Draghi ha quindi annunciato “l’intenzione” di “non prorogare lo stato d’emergenza oltre il 31 marzo”.
Dal 1° aprile dunque, ha chiarito il presidente del Consiglio:
- non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate, già abbondantemente svuotate delle loro funzioni negli scorsi mesi per chi è vaccinato;
- le scuole resteranno sempre aperte per tutti, poiché “saranno eliminate le quarantene da contatto”;
- cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto e quello delle mascherine FFP2 in classe.
Ha chiarito ancora Draghi che:
- “Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato verde rafforzato, a partire dalle attività all’aperto tra cui fiere, sport, feste e spettacoli”;
- “continueremo a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze”.
Ma la rotta è tracciata: “Il nostro obiettivo è riaprire del tutto, al più presto”.
Il generale Francesco Figliuolo e Fabrizio Curcio, rispettivamente commissario per l’emergenza e capo della Protezione civile, dovranno dunque predisporre gli interventi per il ritorno alla normalità. In concreto significa che alcune competenze, come la gestione dell’acquisto dei vaccini, resteranno in capo al ministero della Salute; infatti dovrebbe finire anche tutto ciò che riguarda gli acquisti di farmaci per la lotta al virus.
Sul tavolo c’è anche lo scioglimento o meno il Comitato tecnico scientifico, che è un organo consultivo del governo ed è strettamente legato all’emergenza tanto che fu la prima ordinanza dell’allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli a definirne organico e funzioni.
Siamo dunque alla fine dello stato di emergenza
Con la curva pandemica in forte flessione, Draghi annuncia il ritorno alla normalità
Lo stato di emergenza, in vigore da quasi due anni sul territorio italiano, sembra proprio che (salvo ripensamenti) finirà il 31 marzo prossimo.
A dichiararlo era già stato l’immunologo Sergio Abrignani, rappresentante del Comitato tecnico scientifico; il quale intervistato durante la trasmissione radiofonica “Un Giorno da Pecora” su Rai Radio 1, non ha dubbi: “Non credo verrà ulteriormente prorogato lo stato di emergenza e quindi si scioglierà anche il Cts”.
Cos’è lo stato di emergenza?
Lo stato di emergenza è una particolare situazione all’interno di uno Stato che comporta l’emanazione di norme e/o restrizioni per fronteggiare una particolare emergenza da parte del governo.
Questa situazione di stato di emergenza, eccezionale, consente al Governo di attivare poteri straordinari in deroga alle leggi ordinarie. In passato è stato dichiarato molte volte ma sempre per un periodo di tempo e un territorio limitato.
Lo stato d’emergenza, durante la pandemia causata dal Covid 19, è stato prorogato per lunghi periodi di tempo, fino a raggiungere i due anni dall’inizio della situazione grave ed eccezionale. Ciò aveva creato di fatto numerosi dubbi tra studiosi e giuristi, che considerano lo stato d’emergenza un fatto a termine, che non può durare per un periodo così lungo, perdendo altrimenti la propria natura.
Dal 2013 ad oggi lo stato d’emergenza è stato dichiarato in Italia oltre cento volte
Esattamente lo stato d’emergenza è stato dichiarato dal 2013 127 volte: 102 per eventi metereologici, 8 volte per eventi sismici, 7 volte per emergenze internazionali e 4 per motivi diversi gestiti dalla Protezione Civile.
Le restanti 6 volte lo stato d’emergenza è stato dichiarato per motivi sanitari, tra cui l’attuale pandemia da Covid 19.
Stato di emergenza: le fonti giuridiche
Ricordiamo che lo stato d’emergenza in Italia è previsto espressamente dall’articolo 16 della nostra Costituzione che stabilisce:
Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche.
Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge.
Inoltre, In base all’articolo 24 del decreto legislativo 1/2018 lo stato di emergenza viene deliberato dal consiglio dei ministri su proposta del presidente d’intesa con le regioni interessate. La delibera fissa inoltre le prime risorse finanziarie destinate agli interventi più urgenti; la durata non può essere superiore ai 12 mesi, prorogabile una sola volta per altri 12 e la dimensione territoriale dell’emergenza.
In queste condizioni è possibile inoltre derogare alle norme di legge (pur rispettando i principi generali dell’ordinamento) attraverso il potere di ordinanza solitamente attribuito al capo della protezione civile. Questi può dunque delineare l’elenco delle norme a cui è possibile derogare e può a sua volta nominare altri soggetti attuatori che lo supportino nella gestione dell’emergenza.
Durante questa fase gli operatori possono agire con minori limitazioni riguardo ai vincoli di bilancio e trasparenza.
Cosa succederà dopo la fine dello stato di emergenza?
Al termine dello stato di emergenza, si ritorna formalmente allo stato quo ante, prima dell’avvento del Covid. Pertanto, il Governo non avrà (almeno così sembra) più i poteri straordinari per derogare leggi e normative per motivi sanitari: con l’impossibilità di fatto di prendere provvedimenti che limitino la libertà personale degli italiani.
Con la fine dello stato di emergenza verranno meno anche i colori delle regioni; soprattutto finirà lo strapotere dei Presidenti di Regione, in deroga con quanto deciso dal Governo centrale.
Sul futuro dell’era post stato di emergenza si esprime ancora Sergio Abrignani: “Non penso che dovremmo più vivere la situazione emergenziale che abbiamo vissuto in passato, almeno se rimane la variante omicron. E non penso che possa arrivare a breve una variante più diffusiva di Omicron, è difficile ed è improbabile immaginarsela”.
Resta il nodo green pass. Secondo Abrignani, l’abolizione della certificazione verde a partire dal 1 aprile 2022; non sarà una scelta medica, bensì “sarà una scelta politica. Io dico che quando avremo terminato la campagna vaccinale potremo togliere tutto”.
Dunque, oltre allo stato di emergenza, possibile via libera anche per l’abolizione del green pass.
CITTADINI NEL CUORE
Fonti: filodiritto; ilfattoquotidiano