Il governo cambia il Pnrr e nasconde gli allegati
Next generation Eu
FONTE: elaborazione openpolis su dati governo
In base alle nostre ricostruzioni il governo avrebbe inviato alla commissione europea un testo diverso da quello presentato al parlamento la scorsa settimana. Tra le due versioni, oltre 400 milioni di euro avrebbero cambiato destinazione.
Mercoledì scorso abbiamo denunciato come i passaggi che hanno portato alla consegna del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) alla commissione europea fossero poco chiari. Nonostante la discussione in parlamento infatti si fosse conclusa il 27 aprile, due giorni dopo il consiglio dei ministri è tornato a discuterne. Ci eravamo chiesti quindi se il testo inviato a Bruxelles fosse lo stesso presentato al parlamento o se nel frattempo non fossero state apportate delle ulteriori modifiche.
Per questo motivo avevamo invitato il governo a fare chiarezza su questo aspetto e a mettere a disposizione di cittadini ed analisti il testo “ufficiale” del Pnrr. Purtroppo ad oggi dobbiamo constatare che la situazione si è ulteriormente complicata.
Che cosa è successo
Ma che cosa è successo esattamente? Ripercorriamo i vari passaggi. In base alle indicazioni dell’Ue il Pnrr avrebbe dovuto essere consegnato entro il 30 aprile. Prima dell’invio a Bruxelles però il governo aveva bisogno del via libera del parlamento. Così, deputati e senatori sono stati chiamati ad esprimersi su questo piano in gran fretta. La discussione infatti è iniziata il 26 aprile alla camera, con tutta la documentazione da consultare consegnata ai parlamentari solo pochi giorni prima.
E già qui si riscontrano le prime criticità. L’opposizione infatti ha denunciato in aula che il testo inviato ai parlamentari sarebbe stato modificato in corso d’opera, quando la discussione a Montecitorio era già iniziata.
Tuttavia nel consiglio dei ministri tenutosi il 29 aprile (quindi dopo le votazioni di camera e senato) si è tornati a discutere del Pnrr. Un fatto quantomeno insolito visto che il documento a quel punto avrebbe già dovuto essere ultimato.
I dubbi che il governo stesse ancora lavorando al piano sono stati rafforzati anche dal fatto che la documentazione inviata a Bruxelles (così come quella di altri paesi) non è stata consultabile per diversi giorni sull’apposito portale realizzato dalla commissione.
I 3 documenti diversi pubblicati in poche ore fanno pensare che il governo fosse ancora al lavoro sul provvedimento definitivo.
Risorse dirottate
Gli elementi di criticità tuttavia non finiscono qui. È interessante notare infatti che sussistono delle differenze anche sostanziali tra il Pnrr presentato in parlamento e quello che il governo ha inviato alla Commissione europea (la terza e ultima versione).
Ancora un appello alla pubblicazione di tutti i documenti
Oltre alle discrepanze che abbiamo appena evidenziato c’è anche un altro elemento di criticità. Nel documento reso disponibile infatti non si trovano indicazioni dettagliate delle milestones, cioè gli obiettivi intermedi che ogni progetto finanziato con le risorse europee avrebbe dovuto prevedere.
Alla luce di questi punti poco chiari che abbiamo evidenziato, chiediamo al governo di fare uno sforzo di trasparenza. Chiediamo che sia fatta chiarezza sui passaggi che hanno portato alla stesura del documento definitivo. Sarebbe utile inoltre, per la trasparenza dell’operazione, che il governo pubblicasse tutti i documenti ufficialmente trasmessi alla commissione europea.
Solo in questo modo sarà possibile fare delle analisi complete ed esaustive su un piano che vincolerà il futuro del nostro paese per i prossimi anni.