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L’assegno unico per i figli: slitta entrata in vigore!

Assegno Unico Figli: stop alle detrazioni da gennaio 2022

L’assegno unico e universale per i figli entrerà a regime da gennaio 2022, con la soppressione delle detrazioni fiscali: prime novità da luglio 2021.

Le detrazioni fiscali saranno completamente assorbite nell’assegno unico da gennaio.

il Family Act prevede il graduale superamento o la soppressione delle seguenti misure:

  • assegno familiari con tre figli minori;
  • assegno di natalità o bonus bebè;
  • premio alla nascita o bonus mamma domani.

Tutte queste misure dovrebbero essere abolite o assorbite dal primo gennaio 2022. Quelle che invece resterebbero sono il bonus asili nido, i congedi parentali retribuiti, la Carta Famiglia ed il Fondo politiche per la famiglia.

Il parlamento ha approvato una legge delega, per l’assegno universale a favore delle famiglie con figli a carico. Ma ma solo dai dettagli potremo capirci di più!!!!

Una simile proposta era stata presentata durante un meeting (alla Leopolda a Firenze del 2019) da Italia Viva. A metà del 2020 il consiglio dei ministri, aveva approvato al riguardo, un disegno di legge delega. Bastò questo, per far annunciare dal ministro “Elena Bonetti” sui canali social, la riforma, come se fosse cosa fatta. 

Ma in realtà nulla era fatto! Infatti proprio il 6 aprile u.s. che la proposta di legge è stata pubblicata, nella Gazzetta Ufficiale. La Legge n. 46 del 1° aprile 2021prevede l’introduzione dell’assegno unico a favore delle famiglie con figli a carico. Questa volta anche il deputato Graziano Delrio (e non solo), del Partito democratico primo firmatario della proposta di legge, ha pubblicizzato la cosa come una svolta “epocale per combattere la denatalità”.

In realtà però ancora niente di tutto questo è stato deciso in modo definitivo.

Malgrado il presidente Mario Draghi stesso,  non ha mancato d’annunciare, che la data d’entrata in vigore sarà il primo luglio e che si tratterà di 250 euro al mese. Infatti il testo approvato nei giorni scorsi, non contiene una misura immediatamente esecutiva, ma solo una delega al governo per fargli produrre, con uno o più decreti legislativi, le norme esecutive del provvedimento. La legge approvata, contiene solo dei profili generali, che l’esecutivo dovrà tenere presenti, nella formulazione; ma di fatto sarà proprio il governo definire la spazio di applicazione e i vincoli, dell’assegno unico a favore delle famiglie con figli a carico.

Nonostante gli annunci fatti negli ultimi giorni, quindi, l’iter è ancora lontano dall’essere concluso e l’obiettivo di varare l’assegno unico entro luglio può, al più, essere considerato ad oggi come un impegno politico, ma non un risultato già acquisito.

L’iter è lungo e complesso, le sorprese sono sempre dietro l’angolo

Un percorso quello per arrivare all’adozione definitiva della misura, che è irto d’ostacoli e ancora molto lungo. Infatti nel progetto iniziale, era contenuto un obiettivo più ampio, che veniva definito da politica e media “Family act”. Prevedeva diverse iniziative: oltre all’assegno per i figli, c’erano infatti, anche il sostegno economico per le spese educative, la riforma dei congedi parentali, gli incentivi al lavoro femminile e altro ancora.

Ma ciò che il consiglio dei ministri, aveva approvato l’estate scorsa, non era norma esecutiva, ma soltanto un testo di una proposta di legge. Andava cioè prima approvata da entrambi i rami del parlamento. Dunque allora, come adesso, l’approvazione avvenuta in consiglio dei ministri, non ha nulla di effettivamente operativo. 

Annunciare le misure, prima dell’effettiva approvazione, rende poco chiaro il loro iter legislativo.

Non è affatto chiaro al Cittadino, che le misure del Family act, sono ancora tutte da scrivere. 

Così come non è affatto chiaro che il disegno di legge delega approvato nel 2020 (dal precedente governo), è rimasto fermo in parlamento; non è infatti quello il provvedimento approvato dall’attuale governo lo scorso 30 marzo. Del vecchio provvedimento è stata recuperata solo una misura, di quelle contenute nel vecchio progetto. Dal vecchio progetto fermo in commissione affari sociali, pertanto sarà tolto proprio l’articolo che prevede l’assegno universale per i figli.

Insomma dopo il 30 marzo, l’assegno universale e il resto del Family act, hanno preso due strade diverse.

Per quanto riguarda le tempistiche invece, nella vecchia legge delega. erano previsti 12 mesi per l’istituzione dell’assegno unico universale e 24 per le altre misure. Tempi biblici, che dovevano partire dalla data d’entrata in vigore della legge delega. Successivamente però, arriva la proposta di legge delega (prima firma Delrio), approvata a fine marzo. Ma sono sempre dodici i mesi, entro cui il governo può adottare uno o più decreti legislativi, in materia di assegno unico, così come previsto dalla legge delega.

Dal primo annuncio, all’approvazione della delega, sono dunque passati più di 300 giorni. E l’iter ancora non è concluso.

Peraltro ci sono ancora molti ostacoli, che potrebbero rendere difficile, l’effettiva entrata in vigore del provvedimento il 1 luglio. In primo luogo, il testo approvato fa riferimento a “uno o più” decreti legislativi. La legge delega quindi ammette la possibilità che un singolo atto non sia sufficiente per mettere a punto la nuova misura.

Rimane inoltre il dubbio su quante saranno, effettivamente, le risorse destinate alle famiglie!

Un altro aspetto da verificare, quando si leggerà la stesura definitiva, riguarda l’entità delle risorse, messe effettivamente a disposizione delle famiglie. Sia Draghi che Delrio, hanno sinora parlato di un massimo di 250 euro. Occorre però notare che nel testo approvato non c’è alcun riferimento a questa cifra. Queste affermazioni, possono dunque essere interpretate solo come un impegno politico, del governo e della attuale maggioranza parlamentare, dunque va preso “con le molle”. 

Ad oggi quindi si tratta solo di una cifra promessa, senza nessuna certezza sancita dalla legge

Ma da quali stanziamenti, di quale entità e quando arriveranno questi soldi? 

Un primo stanziamento era stato già previsto nella legge di bilancio per il 2020. Tale legge istituisce un fondo per l’assegno unico da 1 miliardo, per il 2021 e da 1,2 miliardi dal 2022. Inoltre prevede l’accorpamento nell’assegno unico, delle sei agevolazioni esistenti, quali gli assegni familiari, e i vari bonus e detrazioni. Quindi seppur da un lato, è positiva la scelta di riorganizzare (in un unico strumento), le varie forme  esistenti di sostegno alle famiglie, occorre tenere presente che, le risorse stanziate, vengono prese seppure solo in parte da misure già esistenti.

Dunque occorre tener presente che, il testo prevede anche il graduale superamento o soppressione di misure già in essere a favore delle famiglie.

Tra queste, l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori, introdotto dalla legge finanziaria del 1998, il premio alla nascita e il fondo per il sostegno alla natalità previsti dalla legge di bilancio 2017, oltre che alcune detrazioni fiscali. Anche in questo caso però il testo del ddl approvato lascia ampi margini di manovra al governo. Sarà infatti l’esecutivo a dover definire le modalità con cui questi strumenti dovranno essere superati.

Saranno dunque le scelte dei prossimi mesi, che definiranno la effettiva entità e come sarà strutturato l’assegno unico.

Una discussione incentrata sulla legge delega, non potendo entrare nel merito del provvedimento finale, finisce con il concentrarsi su un unico criterio: l’ammontare delle risorse spettanti alle famiglie. Peraltro le stime sulla sua entità, in base alle risorse attualmente in campo, potrebbero essere inferiori a quanto annunciato, in base alle simulazioni del gruppo di lavoro composto da Arel, Fondazione Gorrieri e Alleanza per l’infanzia.

Oltre all’assegno unico, resta il tema dei servizi offerti

Purtroppo, è prevedibile che il dibattito si focalizzerà solo sull’entità finale del contributo che ogni famiglia riceverà. Si tratta ovviamente di una questione fondamentale, ma non esclusiva quando parliamo di misure contro la denatalità e per il sostegno ai minori. Non basta però avere uno strumento unico, più semplice e con la garanzia che nessuno ci perda. Perché sia davvero efficace deve combinarsi anche con la percezione di buona parte delle famiglie italiane di non essere più sole nella scelta di avere un figlio. Di poter pensare che c’è un paese attorno che dà valore a tale scelta e la sostiene. Non solo con un aiuto economico sostanziale, ma attraverso un sistema integrato di misure – compresi i servizi educativi, di conciliazione, di politiche attive – che contribuiscono a migliorare il benessere delle famiglie e favoriscono scelte che danno vitalità e solidità al futuro comune.

Concentrarsi su un solo aspetto, non consente di fare una riflessione complessiva, sul sistema di welfare nel nostro paese.

L’assegno unico può essere considerato solo un primo tassello messo per affrontare un tema cruciale per il presente e il futuro del nostro paese.

Movimento CittadiniNelCuore

 

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