Posti letto negli ospedali Europei a confronto
La disponibilità di posti letto negli ospedali d’Europa
Nell’ultimo anno, per via della pandemia da Covid-19, è stata posta maggiore attenzione nel dibattito pubblico all’organizzazione degli ospedali. In particolare, uno dei parametri che spesso è stato utilizzato in questo periodo per monitorare la situazione dei casi di Covid-19 è stato il numero di posti letto occupati, in particolare quelli nei reparti di terapia intensiva.
Non sono disponibili dati così recenti da capire se e come la capienza degli ospedali europei sia cambiata dal 2020 a oggi. Ma analizzando i dati Eurostat 2018 sul numero di posti letto disponibili, è possibile avere almeno un quadro di quanto i paesi Ue fossero preparati a tale sfida. Oltre a una maggiore consapevolezza dei diversi livelli di criticità emersi in Europa nell’arco di quest’ultimo anno.
Nel 2018 in Italia, 314 posti in ospedale ogni 100mila abitanti
Un dato che risulta in calo in tutta Europa, anche rispetto al 2010, quando i posti letto disponibili erano in Europa 574 ogni 100mila abitanti. Osservando poi le variazioni della media 2018 a livello nazionale, quella che è emerge è una situazione di ampia disparità.
Tra paesi del nord e dell’est Ue che superano i 537,84 posti ogni 100mila abitanti e altri che non arrivano neanche a 300 posti.
Le disponibilità dei posti letto per paese a confronto
La crisi sanitaria ha fin da subito posto i governi dei paesi di tutto il mondo a confronto con le capacità dei rispettivi sistemi sanitari. Avere a disposizione un numero alto di posti letto negli ospedali ha fatto la differenza in alcuni stati, specialmente nelle fasi di maggiore emergenza.
Su 27 paesi membri, 13 hanno valori superiori alla media europea (537,84 posti letto ogni 100mila abitanti).
Tra questi la Germania con più di 800 posti, seguita da Bulgaria (756,91), Austria (727,16) e Ungheria (701,29). In particolare, la Bulgaria è tra i paesi europei che nel corso degli ultimi 8 anni ha incrementato maggiormente il numero di posti letto, con 95,25 posti in più ogni 100mila residenti.
Gli stati che hanno aumentato questa disponibilità sono solo 4 su 27. Oltre alla già citata Bulgaria, ci sono infatti anche Romania (+68,34 ogni 100mila abitanti), Irlanda (+24,72) e Portogallo (+7,37).
Al contrario, tra le ultime posizioni della classifica ci sono Svezia (213,79 posti ogni 100mila abitante), Danimarca (242,97), Regno Unito (249,56) e Spagna (297,15). In generale, i paesi scandinavi sono anche quelli che negli ultimi otto anni hanno tagliato il maggior numero di posti letto.
La riduzione più drastica è quella della Finlandia (-224,2 posti ogni 100mila abitanti dal 2010 al 2018), seguita da Danimarca (-106,82) e Paesi Bassi (-103,50).
In questo quadro l’Italia si trova tra gli ultimi in classifica per disponibilità del servizio, con 314,05 posti letto per 100mila abitanti. Seguita solo da Irlanda, Spagna, Regno Unito, Danimarca e Svezia. 189mila posti letto totali disponibili in Italia nel 2018.
189mila posti letto totali disponibili in Italia nel 2018.
Disponibilità diverse nelle regioni italiane
In Italia dall’inizio della pandemia, la questione dei posti letto negli ospedali ha riportato al centro del dibattito disparità già note a livello regionale. Ma com’era la situazione prima della crisi sanitaria?
Dai dati 2018 quella che emerge è una spaccatura. Da un lato le regioni del nord e del centro, che registrano mediamente un numero maggiore di posti. Dall’altro il mezzogiorno che, fatta qualche eccezione, presenta una disponibilità ridotta.
<<Fanalino di coda in Italia la Calabria, mentre nel Nord il veneto, al centro la toscana. Ma rende bene l’idea, di come si collocano le varie regioni, lo screenshot che segue >>
Movimento CittadiniNelCuore
Fonte: openpolis